Come Casa dei Diritti Sociali, non possiamo non accogliere di buon auspicio l’approvazione della nuova delibera comunale su le “Nuove modalità di iscrizione presso l’indirizzo virtuale di Via Modesta Valenti” e la relativa e definitiva revoca della delibera n.31 del 03/2017 sostenuta e sottoscritta dalla giunta comunale governata
dall’allora sindaca di Roma, Virginia Raggi.
Possiamo dire che finalmente, le migliaia e migliaia di persone senza fissa dimora e senza tetto di Roma, potranno accedere ad alcuni diritti umani e sociali fondamentali. Se pensiamo che con la vecchia delibera, mediamente, per ottenere una residenza virtuale presso Via Modesta Valenti, ci volevano e ci vogliono ancora, tra i quattro e i cinque mesi, dovendo passare necessariamente attraverso l’imperio (arbitrario e non competente) e l’agenda dei Servizi Sociali, e se pensiamo che, in questo lasso di tempo, anche maggiore, molti diritti connessi alla residenza vengono meno, quali l’assegno di invalidità, di disoccupazione, di assegno sociale, di assegno di inclusione, di pensione sociale/contributiva, di rinnovo del permesso di soggiorno, dell’iscrizione rinnovo al SSN, la carta d’identità, l’identità digitale Spid e tanti, tanti altri… Se pensiamo che questo problema legato al mancato o tardivo accesso all’iscrizione anagrafica, comporta un disagio, oltreché documentale, umano!… Se pensiamo che la residenza non è una concessione da parte di questo e quell’altro servizio sociale o ufficiale dell’anagrafe, ma un DIRITTO!… Non possiamo non riconoscere uno sforzo di questa amministrazione capitolina, con l’approvazione della nuova delibera, verso la tutela dei diritti degli ultimi.
Lungi da noi esaurire la nostra lotta in difesa dei diritti delle persone, anzi, e ancor di più, vigileremo sulla piena applicazione della delibera. La Casa dei Diritti Sociali, come da quasi quarant’anni a questa parte, continuerà nel suo lavoro di presidio sociale e legale a difesa dei diritti di tutte e tutti. Le porte della nostra associazione saranno sempre aperte per quanti e quante, in questo specifico caso, saranno vittime della negligenza o abusi degli ufficiali anagrafici.
