Martedì 12 marzo a Caserta, è stato posto sotto sequestro da
parte della Procura lo spazio sociale dell'Ex-Canapificio, sede
organizzativa di attività per migliaia di persone e che esiste e
resiste a Caserta dal 1995.
Il centro sociale Ex-Canapificio è l'associazione che gestisce
il progetto di accoglienza SPRAR del comune di Caserta, per
rifugiati e richiedenti asilo, per questo Caserta è conosciuta in
tutta Italia come modello virtuoso di inclusione e cittadinanza
attiva.
sostiene e porta avanti ogni giorno il progetto piedibus, il
servizio di accompagnamento a scuola dei bambini di circa 200
famiglie. Nel centro sociale sono presenti anche diversi laboratori
per bambini e lo sportello per il sostegno al reddito.
Il provvedimento è stato emesso perchè sono state riscontrate
carenze strutturali, in particolare infiltrazioni d'acqua che
secondo il perito della Procura metterebbero a rischio la
struttura. Lo spazio da mesi era obbiettivo diretto del Ministro
dell'interno Matteo Salvini, che più volte ne ha richiesto la
chiusura. Ministro che in seguito ha commentato la notizia con uno
dei suoi spregevoli slogan << la pacchia è
finita.>>
In risposta al provvedimento è stata indetta una manifestazione
dagli attivisti del centro sociale. Avvenuta sabato 16 marzo
partendo regolarmente alle 15 dalla Stazione ferroviaria di
Caserta, Li vi si sono radunate circa 4mila persone. In prima fila
davanti al corteo, erano presenti le famiglie italiane che vivono
nell'ex-canapificio e le famiglie dello sportello a reddito che,
insieme agli immigrati, da anni portano avanti battaglie per
aumentare le famiglie a reddito che possono accedere a bonus e
sussidi. Presenti nel corteo anche le famiglie del Piedibus. Alla
manifestazione hanno partecipato anche tanti immigrati di Castel
Volturno ma anche associazioni e SPRAR che hanno aderito da tutta
Italia oltre che i presidi di Emergency e Libera.
La protesta continuerà per tutta la settimana, gli attivisti
torneranno a presidiare la prefettura dalle 10 alle 19.
Infatti lunedi gli operatori hanno portato sedie, banchetti e
computer con l'intento di mostrare alla città i corsi, laboratori,
le iniziative, le attività di sportello e consulenza e tutte le
azioni poste in esse, quotidianamente, all'interno dei locali
dell'ex-canapificio. <<In attesa che la Regione si pronunci
sul futuro dello stabile che ospitava il centro sociale>>
spiega Virginia Crovella, una delle operatrici del centro sociale
<<Porteremo in strada il nostro lavoro. I sigilli del
tribunale non fermeranno infatti nessuna delle nostre
attività.>>