Roma, 11 dicembre 2020. I centri di grandi dimensioni come quello
di Moria, aperti in Grecia e in Italia per realizzare il
cosiddetto Approccio Hotspot, hanno
effetti devastanti sulla salute mentale di rifugiati e richiedenti
asilo. Il nuovo Patto sulla migrazione e l'asilo, lungi dall'essere
"un nuovo inizio" come lo ha definito la Commissione europea nel
presentarlo lo scorso settembre, rischia di alimentare il modello
dei grandi centri di accoglienza soprattutto nei Paesi chiamati a
controllare le frontiere esterne dell'Unione europea.
Èquanto denunciano diciotto associazioni
in un documento di analisi promosso da ASGI, INTERSOS, MDM,
MEDU, MSF, SANITA' DI FRONTIERA E SIMMerivolto alle
istituzioni e ai governi europei.
Forte sovraffollamento; isolamento geografico e sociale;
lunghissimi tempi di permanenza in attesa dell'ottenimento del
permesso di soggiorno e/o dell'accesso alla procedura di asilo;
difficoltà di accesso all'assistenza sanitaria e ai servizi
sociali; episodi di degrado sociale e violenza: gravi limitazioni
alla libertà personale e di circolazione. Queste sono solo alcune
delle caratteristiche dei megacentri di accoglienza che, in un
recente studio di MEDU, si sono dimostrati luoghi aventi
caratteristiche tali da determinare le formi più gravi di disturbo
da stress post-traumatico. Le conseguenze sulla salute psico-fisica
di questo tipo di accoglienza costituiscono un perdurante ostacolo
ai percorsi di integrazione di migranti e rifugiati nei paesi di
accoglienza con pesanti costi umani, sanitari, sociali ed
economici. Mentre il nuovo Patto è ora al vaglio del Parlamento
europeo e del Consiglio europeo che lo ha messo all'ordine del
giorno nel prossimo incontro dei Ministri dell'Interno del 14
dicembre, le organizzazioni firmatarie si appellano ai governi
europei e agli europarlamentari affinché sappiano trarre
insegnamento dalle esperienze fallimentari del recente
passato.
Si rendono oggi necessari sia un'efficace ed
equa ridistribuzione dei richiedenti asilo tra i paesi europei, sia
protocolli di valutazione delle domande di asilo tempestivi ed
esaustivi. È tempo che l'UE abbandoni il modello dei
megacentri-hotpsot, scegliendo di promuovere politiche per favorire
l'accoglienza in strutture di piccole dimensioni, ben integrate nel
contesto sociale, dotate di servizi adeguati, sicure e
dignitose con un appropriato accesso all'assistenza medica e
psicologica, capaci di favorire una reale inclusione a
beneficio dei rifugiati così come delle società che li
accolgono.
LINK AL DOCUMENTO: pdf
A Buon Diritto, ACLI, ActionAid Italia,
ARCI, Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione
(ASGI), Centro Astalli, Comunità di Sant'Egidio,
Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA), FCEI,
FOCUS - Casa dei Diritti Sociali, Intersos, Médecins
du Monde (MDM), Medici per i Diritti Umani (MEDU), Medici senza
Frontiere (MSF), Oxfam Italia, Refugees Welcome
Italia, Sanità di Frontiera, Società Italiana di Medicina
delle Migrazioni (SIMM)